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Vendemmia finita, lezione imparata… forse

Parlare di vino non è per tutti. Il vino è comunicazione ed ogni volta che stappiamo una bottiglia versiamo nel bicchiere una storia. La storia di chi quel vino l'ha voluto, ci ha creduto e l'ha prodotto. La storia di un viticoltore.

Mi soffermo su questo punto in seguito ad una riflessione guardando un giovane produttore che presenta per la prima volta il proprio vino ad una manifestazione. La sua prima annata. La sua prima creazione. Nell'approccio alla degustazione di quel bicchiere sarebbe quanto mai opportuno lasciarsi andare per un attimo e farsi pervadere, da quel filo di eccitazione ed emozione nell'entrare per la prima volta nel mondo di uno sconosciuto. Il mondo di un giovane che sta versando nel bicchiere tutto se stesso.

Perchè il vino, va interpretato, e non possiamo bere una bottiglia senza tenere conto della dimensione storica di chi la produce. E lo stesso vale per la regione viticola che rappresenta.

Ecco perchè, parlare di vino non è per tutti. Perchè per farlo bisogna farsi colpire dall'emozione nascosta all'interno. Chi non ha un'anima propensa a farlo dovrebbe limitarsi a berlo. Forse degustarlo.

Vino è comunicazione. La trasmissione di un emozione che non si limita alle qualità organolettiche del prodotto ma all'aurea fatta di storia che avvolge il produttore che lo serve.

E chi conosce, la fatica che serve per arrivare fino a quella semplice manifestazione? Nessuno. Senza riconoscimenti, senza successo, senza blasone, semplicemente essere presenti con il proprio nome. Solo chi sa cogliere tra le pieghe delle mani ancora sporche di terra la passione, sa che arrivare fino a lì significa averci creduto. E il percorso è lungo e parte da lontano: sin dagli anni della formazione, per avere una base solida. Passando per le svariate esperienze e l'inizio di una visione propria del mestiere e continuando attraverso gli anni di preparazione, scelta delle vigne, ricerca di un locale per poter vinificare, gli impressionanti investimenti che servono per avviare questa attività, i sacrifici economici e umani alle quali si è sottoposti. Solo per essere lì. Intanto. Con ancora tutto da scrivere. Con un enorme punto interrogativo sul futuro suo e di quello del suo vino.

Sì. C'è tutto questo dietro ad una degustazione. È per questa ragione che la prima nozione che dovrebbe essere insegnata a chi si approccia a questo mondo è il rispetto. Perchè chiunque sia il produttore, è arrivato fin lì per donarti una parte di sè. E ogni bicchiere serve per arricchirci.

"E siamo una bottiglia da mezzo litro nell'infinito mare. È dura. Ma con le correnti giuste anche la bottiglia porterà il suo messaggio alla terra ferma. "

2016: soddisfazione e speranza sono le due parole per riassumere quanto visto. La soddisfazione è personale, la speranza è per il movimento viticolo Valdostano. Avanza e cresce, e l'ingresso di giovani promettenti lo dimostra. Iniziamo ad essere una realtà, ma dobbiamo crederci di più.

Un abbraccio a tutti

Ottin

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